Viveva per l’Immacolata
Nel giugno 1922, san Massimiliano M. Kolbe era molto ammalato a causa della tubercolosi; la febbre alta e i frequenti sbocchi di sangue lo costringevano a riposo, e spesso doveva rimanere a letto. Era così grave che si pensava fosse arrivato al termine della sua vita.
San Massimiliano veniva definito il folle dell’Immacolata
Fra Gabriele Siemanski ricorda che in tali condizioni continuava a prendersi cura del Cavaliere dell’Immacolata; chiedeva proprio a lui di leggergli la corrispondenza e correggeva gli articoli che dovevano andare in stampa. «Dopo tale lettura – testimonia fra’ Gabriele – vedevo che il malato stava meglio, si riprendeva e sembrava acquistasse le forze». E padre Alfonso Kolbe disse allo stesso frate che a volte padre Massimiliano, durante la malattia, dimostrava la sua totale donazione all’Immacolata in modo semplice e candido, proprio come un bambino. Infatti, accadeva che padre Massimiliano mettesse i suoi occhiali e l’orologio dinanzi alla statua dell’Immacolata che aveva presso di sé.
Cosa significava? Ecco la spiegazione del santo
- Gli occhiali sono il simbolo dei miei occhi: voglio che essi rappresentino il mio sguardo rivolto continuamente all’Immacolata.
- L’orologio rappresenta il tempo: desidero donare ogni istante della mia vita a questa buona Mamma.
Vivevano per l’Immacolata per raggiungere Gesù Cristo
San Massimiliano Maria Kolbe, non è stato l’unico ad avere un enorme amore per Maria Vergine, infatti è famoso San Luigi Grignon de Montfort, ma uno dei più recenti che seguono questa scia è sicuramente il beato cardinal Wyszynski che espresse il seguente pensiero:
“Gaudens gaudebo…” due parole dell’Introito della Messa dedicata all’Immacolata Concezione, ci rivelano i sentimenti della Madre di Dio e quelli dell’umanità, mentre la Chiesa celebra e medita uno dei suoi più grandi privilegi.
Si tratta di una “gioia rafforzata”: la poesia ebrea raddoppia sempre le espressioni quando intende mettere in evidenza grandi verità ed eventi importanti. Questo evento non si poteva racchiudere in una sola parola, c’era bisogno di elevarla, potenziarla: “gaudens gaudebo in Domino“. Da queste parole piene di gioiosa ed esultanza, passiamo ora a quanto egli scrisse nel suo diario di prigionia, in occasione delle tre solennità dell’8 dicembre che egli visse tra gli anni 1953 e 1955.
Nei tempi di prigionia
Wyszynski infatti era stato arrestato dai comunisti il 25 settembre 1953 e fin da subito, in prigione, incominciò a vivere in una singolare comunione spirituale con la Madre di Dio, a valorizzare ogni occasione che potesse avvicinarlo alla Madonna. Viveva ogni sabato con rinnovato amore verso di Lei; ad ogni festa mariana ne approfondiva i misteri e i privilegi; cercava di crescere nell’imitazione delle sue virtù; viveva intensamente i mesi mariani di maggio e ottobre; per tutto il tempo della prigionia osservò un orario giornaliero da lui preparato che prevedeva ogni giorno la recita del Rosario intero, come un tempo privilegiato da vivere con la sua Signora.
Nella pagina di diario dell’8 dicembre 1953, prima solennità dell’Immacolata Concezione vissuta da prigioniero, cosi leggiamo: «Durante le ultime tre settimane ho preparato la mia anima a questo giorno. Seguendo le indicazioni contenute nel libro “Trattato della vera devozione a Maria”, oggi mi sono messo nelle mani della mia amatissima Madre in totale schiavitù al Signore Gesù. Il fatto che Dio stesso mi abbia dato il tempo per farlo lo considero come la “grazia di oggi”. Ho deciso che la prima parrocchia che potrò fondare sarà intitolata alla divina Maternità di Maria».
Segue l’atto di consacrazione a Maria che scrisse e pronunciò quel giorno: «Santa Maria, Vergine Madre di Dio, oggi ti eleggo mia Signora, Protettrice, Patrona, Avvocata e Madre.
Propongo fermamente e giuro di non abbandonarti mai, di non dire e fare nulla contro di te. Non permetterò mai che altri ti oltraggino in alcun modo. Ti prego, accoglimi per sempre come tuo servo e figlio. Aiutami in tutte le mie necessità spirituali e corporali e nel mio ministero sacerdotale.
Mi dono totalmente a te, Maria, in schiavitù, e come tuo schiavo. Ti consacro il mio corpo e la mia anima, i miei beni interiori ed esteriori, il valore delle mie opere buone passate, presenti e future, lasciando a te ogni diritto su di me e su tutto ciò che mi appartiene, per la gloria di Dio nel tempo e nell’eternità. Desidero attraverso di te, con te, in te e per te divenire schiavo del Figlio tuo; donami tu, o Madre, a Gesù in schiavitù, cosi come io mi sono dato a te.
Offro attraverso le tue mani immacolate, o Mediatrice di ogni grazia, tutto ciò che farò per la gloria della Santissima Trinità. Solo Dio! Maria di Jasna Gora, non abbandonarmi nel lavoro quotidiano e mostrami il tuo volto luminoso nell’ora della morte. Amen.
Dovremmo tutti seguire le orme dei santi, o meglio dei santi innamorati dell’Immacolata. Chi è con Maria ha la salvezza tra le mani.
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Desidero offrire a Maria tutto di me, le mie giioie, le mie sofferenze, le mie paure, le mie aspettative, il mio lavoro, la mia famiglia, le mie frustrazioni, delusioni e le mie emozioni.
Tocca o Maria ogni singola cosa è proteggimi sotto il Tuo Manto Vergine gloriosa e benedetta, esaudiscimi quando Ti invoco e guidami al porto sicuro. Amen 💗
Per la guarigione di mia madre.
Ave Maria….