L'ultima cena, l'inizio del grande banchetto
L’ultima cena con il Maestro.
Gesù il giovedì santo ci insegna cose grandissime e ci fa un immenso regalo; se stesso. Il giovedì santo è il giorno in cui dovremmo avere gli occhi pieni di lacrime, versate per il dolore e gratitudine. Purtroppo il giovedì santo, pensiamo solo a cosa dobbiamo preparare, altro che ” L’ultima cena”.
Ci riteniamo tutti come Pietro, rinneghiamo il Signore, in ogni momento anche per cose futili, pensando: vabbè poi andrò a confessarmi, Dio è buono.
Diciamocela tutta; siamo troppo buoni con noi stessi! Addirittura alcuni credono di essere dei Giovanni, quando dicono: ma che peccato faccio? Non ho ucciso nessuno!
Proprio in virtù di queste mentalità, vediamo attingere in quel piatto, sempre e solo la mano del nostro prossimo. In realtà siamo tutti dei Giuda. Lo siamo perchè non rinneghiamo solamente ma tradiamo il Signore a nostro piacimento.
Lo tradiamo quando mettiamo in discussione il Suo Vangelo, quando sparliamo dei suoi ministri, quando giudichiamo, quando ci facciamo prendere dall’egoismo, quando facciamo prevalere l’indifferenza, quando ci accostiamo alla Santa Eucaristia con il peccato mortale. Tradiamo Gesù, il Suo Amore!
Dobbiamo sentire la sua nostalgia
Dobbiamo invece, il giovedi santo, avvertire in quell’ultima cena, la sua mancanza. Sentire l’angoscia di cosa vuol dire perdere il Signore. Non facciamo quindi come i discepoli, che si dispersero per la paura. Tanto tempo ad ascoltarlo, a vivere Gesù, fianco a fianco e perdersi in pochi secondi.
Gesù ci insegna
Gesù lava i piedi ai suoi discepoli, Lui il Re dei re, Lui il Figlio dell’Altissimo, lava i piedi alle sue creature. Ci insegna ad essere piccoli, semplici, umili. Ma siamo sempre l’opposto, sete di potere, manie di grandezze, superbi, complicati, insoddisfatti. Se iniziamo a farci servi degli altri mettendoci a disposizione per amore e non per interessi, quel giovedi santo, quell’ultima cena, sarà l’inizio di un grande banchetto, una festa in cielo.
Il grande dono
Il giovedi santo, durante l’ultima cena, Gesù si dona completamente all’umanità. ” Ecco il mio corpo, ecco il mio sangue”. La prima celebrazione Eucaristica, Gesù istituisce l’Eucaristia. La prima comunione sacrilega fu commessa da Giuda.
Ogni volta infatti che prendiamo l’Eucaristia con il peccato mortale, seguiamo la scia di Giuda. Gesù non ci ha lasciati soli, Gesù nell’Eucaristia è presente, è vivo, è vero, è reale. Quel pezzo di pane bianco non è altro che un velo. La nostra fede sarà il vento che soffiando sposterà quel velo e ci mostrerà il Volto del Cristo Vivente.
Il giovedi santo, giorno dell’ultima cena, deve essere l’inizio di una nuova vita. Non attingiamo come Giuda il boccone nel piatto ma come Pietro, piangiamo i nostri peccati e pentiamoci dei nostri errori andando a confessarci. La confessione ci libererà dai nostri pesi, ci condurrà verso un inizio che spalancherà le porte della gioia e della vita.
Non sono parole ma fatti!
I santi non erano stupidi ma solo persone come noi che avevano ben capito cosa vuol dire amare Dio. Non c’è momento migliore della settimana santa per liberarci dei nostri peccati. Non permettiamo che la vergogna dei nostri peccati ci impedisca di liberarci e rinascere. Se siamo liberi dal peso dei nostri peccati, tutto migliorerà nella nostra vita, perchè Dio è Vita, in virtù di questo ogni cosa rinascerà. Dio è Verità, ecco perchè ci sentiremo liberi da ogni negatività, da ogni oppressione, da ogni malignità e peso. Dio è la Via, che ci condurrà alla vera gioia, sulla terra e nel cielo.
Ora sta a noi se attingere nel piatto di Giuda oppure poggiare il nostro capo sul petto di Gesù, come Giovanni e chiedergli perdono.
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