Santa Gemma Galgani e gli Angeli
C’è un rapporto molto stretto tra Santa Gemma Galgani e gli Angeli, specie con il suo Angelo Custode. Sin dalla tenera età, la santa, pregava questi essere invisibili che lavorano, adorano, lodano, Dio notte e giorno. “Alle affermazioni dottrinali che trovava nei catechismi o nei libri di pietà, alle esortazioni che ascoltava dagli ecclesiastici e dalle educatrici non oppone il minimo dubbio né lo scarto di una riflessione critica e tanto meno dubitativa” Ci sono numerosi libri che attestano questa grande devozione della santa, uno molto approfondito è il libro intitolato Santa Gemma e gli Angeli. Questa grande Santa ebbe visioni del suo angelo custode, in continuazione, a volte la conoslava, altre volte le faceva compagnia, altre ancora l’aiutava nelle faccende di casa. Oggi chi legge tutto questo ritiene che siano fandonie e stupidaggini: MA E’ LA PURA VERITA’.
DAL LASPERGIO AL RIVA…
Santa Gemma ha alimentato la sua devozione agli Angeli, leggendo alcuni libri che resero sempre più chiara la figura degli Angeli. Leggeva molto il Colloquio di Cristo nostro Redentore all’anima devota, di Giovanni Laspergio. Ebbe poi carissimi, fino al termine della vita, Apparecchio alla morte, di sant’Alfonso Maria de’ Liguori e, dello stesso autore, “La monaca santa”. Infine lesse e rilesse, di san Gabriele dell’Addolorata, le Lettere, raccolte da padre Germano, e la biografia del giovane passionista scritta da Germano stesso.
Gemma, dunque, non usava molti libri di devozione. Ce lo conferma la testimonianza di Eufemia Giannini: «Ella poco leggeva i libri devoti perché molto occupata, e data la sua cultura più che meglio amava elevarsi con l’anima a Dio, riconcentrandosi con se stessa. Quando venne da noi aveva un solo libro di devozione, ma poi cominciò a farne a meno, parendole meglio formulare da sé le preghiere nel suo raccoglimento. Nel periodo di aridità poi, che fu l’ultimo della sua vita, leggeva con sommo trasporto un volume dei Libri santi contenente i Salmi e il Vangelo, e l’Apparecchio alla morte di sant’Alfonso Maria de’ Liguori ». Dalle parole di Eufemia, posso ben comprendere che Santa Gemma cercava di fare della preghiera uno stile di vita, e non un formulario giornaliero dove spesso leggiamo senza nemmeno concentrare la mente alle parole lette. Lei si preparava ad essere preghiera vivente, con l’aiuto del suo Angelo Custode.
Insomma, questa purissima Santa e grande mistica, andava all’essenziale e fu proprio questo continuo cercare delle cose necessarie, che le fece ottenere il dono di sentire anche sensibilmente la presenza del suo angioletto.
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