Papa Francesco: i poveri sono il nostro passaporto per il paradiso
Ognuno di noi è chiamato ad amare con i fatti, non solo a parole, coltivando i propri talenti e trascurando le ricchezze, di cui invece il mondo non sembra mai sazio. Papa Francesco usa una stupenda metafora “I Poveri passaporto per il paradiso”. Aiutando il più povero, condividendo le nostre stesse ricchezze diventiamo “mendicanti dell’essenziale”, dell’amore del Signore, e che i talenti ricevuti ci rendono speciali e unici agli occhi del Padre Celeste. Ma essere fedeli discepoli di Cristo vuole dire non solo “conservare”, “mantenere i tesori del passato”, ma rischiare, mettersi in gioco per gli altri, perché “Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati”.
Papa Francesco ha condannato l’omissione del cristiano che non alza un dito per aiutare il più povero: ” L’omissione, cioè il limitarsi nel non fare nulla di male. Girarsi all’altro lato quando incontriamo un bisognoso oppure cambiare canale quando si affrontano discorsi seri che mettono in discussione la nostra coscienza e il nostro modo di fare”.
L’omissione, che denuncia Papa Francesco è proprio quella di non fare nulla. Molti credono che non fare nulla di male sia un bene, forse si lo è, ma anche il non fare nulla di bene è male, anzi malissimo.
Una frase bellissima pronunciata da Papa Francesco e che mi è rimasta impressa è: ” Per il cielo vale non ciò che si ha ma ciò che si dà”. Gesù è venuto al mondo nella povertà e non nella ricchezza. Nella debolezza dei poveri e degli emarginati c’è una forza salvifica che se agli occhi del mondo hanno poco valore, in realtà sono loro che ci aprono la porta del paradiso, sono il nostro passaporto.
Con i poveri non bisogna solo dare il pane ma spezzare il pane insieme. Aiutarli anche nel portare la Parola di Dio. Vivere quindi con i poveri, sentirli parte di noi stessi, è questo il bellissimo messaggio che il nostro Santo Padre ci ha trasmesso. Viviamo quindi con i più deboli, apprezziamo la loro povertà facendola diventare una nostra ricchezza.
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