L’uomo e la donna sono fatti l’uno per l’altro
L’uomo e la donna sono fatti ‘l’uno per l’altro: questo non vuol dire che Dio li abbia creati a metà e incompleti; li ha creati per una comunione di persone, nella quale ognuno può essere aiuto per l’altro, perché sono a un tempo uguali in quanto persone osso delle mie ossa… e complementari in quanto maschio e femmina. Nel matrimonio, Dio li unisce in modo che, formando ‘una sola carne’ (Gn 2, 24), possano trasmettere la vita umana: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra’ (Gn 1, 28). Trasmettendo ai loro figli la vita umana, l’uomo e la donna, come sposi e genitori, cooperano in un modo unico all’opera del Creatore (cfr. GS 50, 1)” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 372).
Tuttavia, è un dato e non soltanto sociologico, il senso naturale del matrimonio e della sua preparazione durante il fidanzamento, con le inevitabili conseguenze: interruzione del matrimonio, traumi affettivi, rinuncia a educare i figli, aumento delle unioni di fatto…
La Chiesa non si stanca di riproporre a ogni generazione la gioia dell’amore che bisogna vivere nelle famiglie (cfr. ibid., 1), perché la famiglia è stata posta da Dio a servizio della edificazione del Regno dei cieli nella storia, partecipando alla vita e alla missione della Chiesa (cfr. san Giovanni Paolo II, es. ap. Familiaris consortio, 49). Questa partecipazione fa della famiglia cristiana “quasi una ‘Chiesa in miniatura’ (Ecclesia domestica)”, perché a suo modo è immagine viva e rappresentazione del mistero della Chiesa (ibid.). Ecco anche perché gli sposi cristiani sono chiamati a dare testimonianza nel mondo del loro impegno con Dio e con il proprio coniuge.
Questi articoli brevi, essenziali sono stati preparati da persone che da anni si dedicano a riflettere sulla famiglia; ma soprattutto a “praticare” la famiglia, a fare esperienza di famiglia. Sono testi, pertanto, di spiccato carattere pratico, fondato sull’esperienza personale e scritti alla luce del recente magistero e degli insegnamenti di san Josemaría Escrivá, maestro di vita cristiana.
Non c’è dubbio che ogni famiglia è a sé stante, ha qualcosa di privato, di esclusivo, con abitudini e consuetudini proprie, con il suo passato che si configura in piccole tradizioni, certezze e sicurezze; una intimità condivisa che è supporto e radice della crescita personale dei suoi componenti. È proprio questa intimità, che costituisce il nucleo dell’essere-una-famiglia, ciò che la rende capace di proiettarsi all’esterno, di darsi. Si può dire che quanto più prende coscienza di sé, di ciò che le è proprio, della sua specificità, tanto maggiore sarà il suo potenziale per uscire da se stessa, stabilire relazioni consistenti e influire socialmente con la propria ‘personalità’.
Sicché la famiglia è una intimità aperta ad altre famiglie e, in definitiva, agli altri. Perciò, dato che è famiglia, è comunicabile; inoltre, comunica in modi diversi nel tessuto della società. Dovrebbe anche essere il referente purtroppo assai spesso trascurato dell’azione politica per ciò che riguarda la distribuzione delle risorse, l’educazione nel senso integrale del termine, la regolazione del diritto al lavoro, ecc.; e dell’azione apostolica delle chiese locali, dato che la famiglia è, essa stessa, Chiesa domestica.
La famiglia si costruisce attorno a un focolare, l’ambito di riunione per eccellenza. La casa, nel suo senso astratto, genera un’atmosfera di fiducia e di perdono. Nella misura in cui siamo accolti, chiamati con il nostro vero nome quello che ci ha dato Dio, siamo preparati a manifestare e a condividere la nostra intimità con gli altri; diventati idonei, personalità mature, capaci di donarci e di ricevere con le relative conseguenze – il dono personale dell’altro.
Proprio per questo, in casa ritroviamo noi stessi e ci sentiamo a nostro agio; è il luogo da cui usciamo e in cui possiamo sempre tornare, perché non è posto di rimproveri o di censure, perché veniamo amati con liberalità, così come siamo, perché veniamo invitati all’eccellenza, perché c’è sempre qualcuno che si prende cura di noi: è lì che meglio si ha la prova dell’unità di gioia e di bellezza, come risultato dell’armonia tra i componenti della famiglia.
José Manuel Martín
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