Le apparizioni dell'Angelo a Garabandal raccontate da Conchita
Le apparizioni dell’Angelo a Garabandal
L’avvenimento più importante della mia vita è accaduto il 18 giugno 1961 a San Sebastian. Ecco come si sono svolti i fatti: Era una domenica pomeriggio, quando tutte noi ragazzine ci trovavamo sulla piazza a giocare. Di punto in bianco Mari Cruz e io abbiamo pensato di andare a raccogliere le mele e ci siamo avviate direttamente lì, senza dire a nessuno che andavamo a raccogliere mele.
Le ragazzine, vedendo che ci allontanavamo noi due sole, ci hanno domandato: – Dove andate? Noi abbiamo risposto : In giro! E abbiamo proseguito per la nostra strada, pensando a come ce la saremmo cavata per raccoglierle.
Le apparizioni dell’Angelo a Garabandal
Una volta lì, ci siamo messe a raccogliere mele e, proprio nel momento in cui eravamo più entusiaste, abbiamo visto arrivare Loli, Jacinta e un’altra ragazzina che venivano a cercarci. Vedendoci raccogliere le mele, Jacinta ha esclamato: – Ah, Conchita, stai raccogliendo mele! – Taci, le ho risposto, che ti sente la moglie del maestro e lo dice alla mia mamma. Io mi sono nascosta fra le piante di patata e Mari Cruz si è messa a correre per i campi. Allora Loli ha esclamato: – Non correre, Mari Cruz, che ti abbiamo visto e lo diremo al padrone! Allora Mari Cruz è tornata da me e siamo uscite dal nostro nascondiglio per riunirci tutte. Mentre stavamo chiacchierando, sono venuti a chiamare la ragazzina che era arrivata con Jacinta e Loli, e questa se ne è andata.
Siamo rimaste soltanto noi quattro e, dopo averci pensato su, siamo tornate tutte e quattro a raccogliere le mele. Proprio quando ci stavamo divertendo di più, abbiamo sentito la voce del maestro che, vedendo i rami muoversi tanto, ha pensato che fossero le api e ha detto a sua moglie Concesa: – Va’ nell’orto, che ci sono le api attorno al melo! Noi, udendolo, siamo scoppiate a ridere.
Le apparizioni dell’Angelo a Garabandal
Dopo esserci riempite le tasche di mele, ci siamo messe a correre per poterle mangiare più tranquillamente lungo la strada, cioè nel viottolo. Mentre ci intrattenevamo a mangiarle, abbiamo sentito un forte rumore, come se fosse un tuono.
E tutte assieme abbiamo esclamato: – Sembra che tuoni! Questo è successo alle otto e mezzo di sera. Una volta finite le mele, io dico: – L’abbiamo fatta grossa! Adesso che abbiamo raccolto le mele che non sono nostre, il demonio sarà contento e il povero Angelo Custode sarà triste. Allora abbiamo incominciato a raccogliere pietre e a tirarle con tutte le nostre forze verso il lato sinistro.
Dicevamo che lì si trovava il demonio. Stanche di tirare pietre e ormai abbastanza soddisfatte, abbiamo incominciato a giocare alle biglie con le pietre. Improvvisamente mi è apparsa una figura bellissima avvolta di luci abbaglianti che però non ferivano gli occhi. Le altre ragazzine, Jacinta, Loli e Mari Cruz, vedendomi in quello stato, credevano che mi stesse per venire un colpo, perché io dicevo con le mani giunte: «Ahi!.. Ahi!…».
Stavano per andare a chiamare la mamma, quando si sono ritrovate nel mio stesso stato e tutte assieme abbiamo esclamato: «Ah!, l’Angelo!». Poi c’è stato un silenzio fra noi quattro… e all’improvviso l’Angelo è scomparso.
Le apparizioni dell’Angelo a Garabandal
Le ragazzine per lo spavento, raccontavano a chiunque vedessero della visione dell’Angelo che ebbero ed arrivò voce anche alla loro maestra che risposero:
Figliole, è vero che avete visto l’Angelo? – Sì, signora! – Non sarà per caso una vostra fantasia? – No, signora, no! Abbiamo visto bene l’Angelo. Allora la maestra soggiunse: – Bene, recitiamo una «Estacién» a Gesù Sacramentato in rendimento di grazie. Quando finimmo di pregare la «Estaciòn», ci avviammo alle nostre case. Erano già le nove di sera; la mamma mi aveva detto di tornare a casa di giorno, invece io stavo rientrando che era già sera.
Quando arrivai a casa, la mamma mi disse: – Non ti ho detto che a casa si torna quando e ancora giorno? Io, tutta spaventata per due motivi: per aver visto quella figura così bella e per essere tornata a casa tardi, non osavo entrare in cucina; molto triste, sono rimasta appoggiata a una parete e ho detto alla mia mamma: – Ho visto l’Angelo. Lei mi ha risposto: – Oltre a tornare tardi a casa, mi vieni a dire cose simili! Io le risposi di nuovo: – Ho proprio visto l’Angelo.
Lei mi rispose le medesime cose, ma già meno incredula sul fatto che io avessi visto l’Angelo. Questo accadde alle nove e mezzo di sera. Quella sera, non ne parlammo; fu una serata normale, uguale alle altre, trascorsa in silenzio.
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