La vanità è sinonimo di idolatria
«Tocca a me porvi rimedio!» disse un giorno San Giovanni Bosco, mortificato per la poca modestia e la tanta vanità nel vestire di una signora e delle figlie venute a fargli visita, rivolse la parola alla più piccina, dicendole: «Vorrei che tu mi dessi una spiegazione». «Sì, sì, dica pure, reverendo», rispose la bambina fuori di sé per la contentezza. «Dimmi, perché disprezzi così le tue braccine?». «Io? Non le disprezzo!», fu la pronta risposta della bambina. «Eppure, sembra che sia così!», riprese don Bosco. «Oh, tutt’altro! – prese a dire la madre – Se sapesse, debbo sgridarla per la sua vanità. Oltre a lavarle, le profuma con acque odorose». «Appunto per questo – continuava il Santo sempre rivolto alla fanciulla, ti dico che tu disprezzi le tue braccia». «E perché mai?», chiese la piccola. «Perché, quando morirai, le tue braccia saranno gettate a bruciare nell’inferno». «Ma io non faccio nulla di male! Io all’inferno non ci voglio andare!», esclamò atterrita la bambina. «Eppure, sarà così… O, per lo meno, andrai in Purgatorio e chissà per quanto tempo!», l’ammonì il sacerdote. «Dunque, questo avviso vale anche per me!», esclamò una delle più grandi, arrossendo. «Sì… E le fiamme saliranno dalle braccia al collo e lo bruceranno». «Ho capito concluse la mamma, ho capito! Tocca a me porvi rimedio, e lo farò!». Da quel giorno, molte altre volte quella famiglia si recò a far visita a don Bosco, ma sempre in tenuta sobria e modesta.
In questo episodio cosa intendeva Don Bosco? Che non bisogna curarsi? Che bisogna essere trasandati? Forse si riferiva alla vanità? Si, la vanità porta all’amor proprio e non solo, porta a diventare pieni di se stessi! Il corpo è dono di Dio e va rispettato, curato ma non adulato. Il male della bambina in realtà non è l’aver avuto le braccia fuori ma il curarle in modo eccessivo, il fare del suo corpo una divinità, il vivere sin da piccola, in modo poco modesto. Qualcuno potrebbe pensare che sia una grande esagerazione, forse lo è per noi ma i santi ricordiamocelo, vedono lontano.
Oggi abbiamo tanti canonizzati laici che avevano le braccia fuori, ma non è che è peccato, attenzione, non facciamo ogni cosa un peccato. Il male come ho già detto non sta nelle braccia fuori ma nella vanità che viene mostrata. Quindi don Bosco che aveva il dono della chiaroveggenza, vedeva il male radicarsi in quella bimba, attraverso la vanità e la poca modestia, (non dimentichiamoci che erano anche tempi diversi dove era scandalo avere le braccia fuori dinanzi ad un sacerdote) ma come ho già detto il male era un altro e non il tenere una magliettina a bretelline insomma.
Dio di certo apprezza il fatto che noi ci prendiamo cura del dono del corpo, sennò ci avrebbe fatto come gli angeli, cioè di solo spirito. Siamo invece fatti di carne e anima ed tutto ciò che abbiamo è dono. La vanità però è un filo di coltello che porta ad adorare se stessi, ad usurpare e abusare del nostro corpo, Tempio dello Spirito Santo, fino a farci cadere in peccati gravissimi, come quelli sessuali, facendo del nostro corpo una merce di scambio di piaceri.
Oggi assistiamo a dei corpi imbrattati di tatuaggi, corpi scoperti e messi in bella vista. C’è gente che si rifiuta di fare penitenza a pane e acqua ma poi per dimagrire ed essere più belle, fanno mesi di vero digiuno. Insomma, la vanità è sinonimo di idolatria e il Signore lo dice forte e chiaro sul monte Sion; Non avrai altro Dio al di fuori di me.
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