La Madonna di Pompei appare a Lacedonia
La Madonna di Pompei appare anche a Lacedonia, e da lì spinge i fedeli a conoscere il suo Santuario di Pompei. Un evento accaduto anni fa quando il Beato Bartolo Longo era ancora vivo. Ecco cosa accadde:
L’avvocato Bartolo Longo scrisse, senza nulla tralasciare,quanto accaduto:
Maria Antonietta Balestrieri era una ragazzina di diciassette anni, compiuti nel novembre dell’anno precedente, quando, il giorno di Pasqua del 1988, si ammalò di pneumonite. Era una malattia che all’epoca non lasciava scampo, giacché la penicillina, con la quale si riuscì a sconfiggerla, fu scoperta soltanto nel 1929.
Soffriva di febbre ostinata, che non la abbandonava mai, mentre tutto il suo corpo fu pervaso da dolori artritici, in maniera tale che il minimo tocco le procurava dolori lancinanti. In breve tempo non riuscì più a muoversi e rimase paralizzata.
Si aggiunse poi una paralisi facciale che aveva attratto la guancia destra e l’occhio destro, che non poteva più mangiare, né vedere più: anzi la luce le creava grandi fastidi. Anche alla gola si formarono delle piaghette, e l’esofago le si stringeva tanto da non poter inghiottire cibo o bevanda alcuna.
Insomma, Antonietta versava in condizioni disperate e gli stessi medici che l’avevano presa in cura, i dottori Francesco Diaferia e Pasquale Palmese, loro malgrado avevano gettato la spugna, comunicando alla famiglia che non vi era altro da fare che attendere la morte, nella speranza che sarebbe sopraggiunta presto per evitare alla fanciulla dolori inutili.
Di fonte a tale disperata situazione, non restava altro che impetrare l’intervento divino, e cosa che la famiglia si accinse a fare.
Una famiglia estremamente devota alla santissima vergine di Pompei
La famiglia disperata, venendo a conoscenza dei grandi miracoli che stavano ricevendo i fedeli che invocavano la Regina del Rosario di Pompei, si rivolse direttamente a Bartolo Longo chiedendo che si pregasse per Maria Antonietta nel Santuario, per sua la guarigione. La qual cosa fu prontamente eseguita dal futuro beato e testimone dell’evento prodigioso, che dispose si recitasse una Novena alla Vergine, cosa che fecero le povere orfanelle accolte a Pompei, in contemporanea con la famiglia Balestrieri a Lacedonia.
Il male però non regrediva ed il medico Francesco Diaferia consigliò che si somministrassero alla giovane gli ultimi Sacramenti, perché ella sarebbe morta in brevissimo tempo, poiché non riusciva più neppure ad alimentarsi. Fu dunque chiamato il Pro Vicario della Diocesi, Arcidiacono Don Leonardo Bozzone, il quale confessò e comunicò tutti i membri della famiglia, compresa, sia pure con gran fatica, Antonietta, che fu unta anche con l’olio del’estrema unzione.
In un estremo impeto di autentica fede, Raffaela inviò a Bartolo Longo il seguente lapidario telegramma: «Fate pregare orfanelle. Mia nipote Antonietta moribonda!», cosa che fu eseguita.
Per altri otto giorni Antonietta restò in bilico tra la vita e la morte, sopportando indicibili dolori. Si giunse quindi al 28 di luglio, giorno nel quale si onora il Santo Rosario. Antonietta era ormai agli sgoccioli ed amici e parenti si recavano a trovarla. Ella aveva ormai un viso pallidissimo e non dava segni di vita, per quanto ancora respirasse. Veniva vegliata, come si usa per i moribondi, costantemente, ed i presenti pregavano incessantemente. Ma Antonietta non sopportava più alcun brusio, ragion per la quale fece capire che, per quella notte, voleva restarsene da sola, anche lei certa che la mattina seguente l’avrebbero trovata morta.
Apparizione della Madonna di Pompei e guarigione
Impossibilitata a dormire per i dolori, la giovane cominciò a recitare flebilmente la sua ultima Novena alla Madonna di Pompei per raccomandare la sua anima, poiché sentiva di essere in procinto di presentarsi al tribunale di Dio.
Improvvisamente notò un fascio di luce proveniente dalla porta che si trovava alla destra del suo letto. Con immane fatica si voltò e non riuscì a credere a quanto i suoi occhi vedevano: la figura bellissima della Madonna di Pompei avvolta da una luce abbagliante, che però non le feriva le pupille. Queste le parole con le quali Bartolo Longo racconta l’evento miracoloso.
«L’apparizione non aveva nulla di aereo, e d’indeterminato, ma era una persona reale e viva, che camminava, rivestita di corpo umano simile in tutto al nostro, con l’unica differenza che era meravigliosamente luminoso e bello. Le sue vesti erano candide come la neve: la copriva un manto di color celeste: sul capo aveva una bianca corona di rose: le mani giunte, come di chi prega, ed al fianco destro scendeva la Corona del Rosario.
Poi con voce dolcissima rivolse alla morente queste amorevoli parole:
Antonietta, vuoi venire a Pompei?
Madonna mia, rispose Antonietta, come posso venire se sono inferma, e non posso nemmeno voltarmi?
E la Vergine:
Ecco, tu sei sana.
Come sono sana, se io non posso muovermi?
A questo la Beata vergine posò la sua bianchissima destra sullo stomaco della giovane, e la sinistra sui reni, là dove erano le piaghe; e con incredibile bontà Ella stessa sollevò l’inferma, e la pose a sedere sul letto.
Poi soggiunse:
Ecco, tu sei sana.
Madonna Mia, io voglio piuttosto morire che rimanere storpia.
No, non devi morire. Devi vivere per diffondere le mie grandezze in tutta Lacedonia.
Poi proseguì:
Domani ti alzerai ed andrai in chiesa: ti confesserai e farai la comunione. Poi verrai a visitarmi a Pompei. Prima di entrare nel mio Santuario dovrai scalzarti: e verrai in ginocchio sino al mio Altare. Qualunque grazia tu desider ricorri sempre a Me, che sono sempre Tua Madre. La Madonna disparve, ed Antonietta ritornò nel buio, sentendo nel fondo dell’anima una grande consolazione; ed era seduta sul letto allo stesso modo di come l’aveva posta la Madonna. Volle subito provare se fosse veramente guarita: ed oh, meraviglia! Distese le braccia e le mani.
Ciò fatto, balzò dal letto per provare se potesse camminare, e camminò da sola. I dolori della spina dorsale, le gambe rigide, le ulceri della bocca, gli spasimi dello stomaco, il catarro viscerale, la paralisi della faccia e dell’occhio, le contrazioni delle membra, tutto era sparito in un attimo!»
La fanciulla era al settimo cielo e non vedeva l’ora di comunicare la notizia ai suoi familiari, ma si trattenne, pensando, ingenuamente, che loro, vedendola all’improvviso, si sarebbero spaventati scambiandola per un fantasma. Quando i familiari si accorsero della sua guairigione, rimasero meravigliati, stupidi e increduli ai loro stessi occhi.
Antonietta il giorno seguente si recò nel Santuario di Pompei partecipando alla Santa Messa, tra la meraviglia incontenibile di tutta la popolazione di Lacedonia, tra la quale si era sparsa la voce del miracolo e che accorreva in massa per vederla, al punto che fuori dalla chiesa si era formata una gran folla di persone.
In seguito la natura soprannaturale dell’evento fu attestata, in forma scritta e davanti al notaio, da una gran quantità di persone, a cominciare dai medici che avevano avuto in cura la fanciulla e dai sacerdoti che invece l’avevano assistita spiritualmente, oltre che da innumerevoli altri testimoni.
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