La forza della Preghiera e della Fede
La forza della Preghiera…
In questa mia testimonianza voglio parlarvi della forza della preghiera e della fede: Tutto è iniziato questa estate quando mio padre ha scoperto di avere qualche problema al cuore. A novembre è stato operato, intervento definito dal chirurgo “monumentale” risolto con un bypass ad una coronaria, la ricostruzione di un tratto dell’aorta ascendente data la presenza di un aneurisma di 6 cm. e la sostituzione di una valvola. Quando se ne parlava prima, sapevamo che l’intervento sarebbe stato lungo e complicato, ma essendo ignoranti sull’argomento non sapevamo fino a che punto, per noi erano solo termini e parti del corpo. Mio padre, il diretto interessato ha vissuto molto serenamente il tempo dei preparativi e delle ricerche, è stato in ospedale per un mese per accertamenti e lì ha socializzato, ha riposato, ma soprattutto ha pregato.
Dico questo perché papà sarebbe disposto a non mangiare pur di andare in Chiesa e recitare il Rosario o partecipare ad una Messa.
Il giorno dell’intervento era tutto sereno e sorridente, tra saluti, carezze e gesti affettuosi. Vi lascio immaginare la gioia di mio padre che si può paragonare a quella di un bambino che sta spegnendo le candeline del suo compleanno nel vedersi accerchiato non solo da noi parenti ma anche dalla gente che aveva conosciuto in ospedale, a baciarlo ed abbracciarlo. Per noi che lo conosciamo, abbiamo potuto vedere la vera letizia, il paradosso era che stava per essere aperto in due, congelato, portato ad uno stato di morte, e lui invece felice, gioviale e fiducioso!
L’intervento è durato 8 ore, il Professore che lo ha operato ha detto che non ci sono state complicazioni, si prevedeva un risveglio e un togliere l’intubazione per la mattina successiva e invece …. qui sono iniziate le vere preoccupazioni! “Il paziente non ha un buon risveglio”, questo significava che si muoveva ma in maniera non cosciente e dato il suo tono muscolare era molto forte nonostante sia una persona esile, non gli consentiva di riposare senza essere sedato. Più tempo rimaneva sedato e più tempo ci sarebbe voluto per la ripresa. Problemi quindi ai polmoni, infezioni, senza contare che il cervello correva sempre più il rischio di non funzionare bene.
Potete immaginare ogni giorno quali susseguirsi di pensieri ci saltavano in mente, quali varietà di stati d’animo si alternavano, per due volte al giorno andavamo a vederlo dietro un vetro con la speranza che il dottore di turno alla sala intensiva potesse darci qualche notizia di miglioramento e invece la risposta era sempre: ”dobbiamo tenerlo sedato”. Al settimo giorno hanno predisposto una tac al cervello, risultato: una vecchia ischemia (mai diagnostica), quindi ci hanno fatto firmare il foglio per fare la tracheotomia e ci hanno preparato diplomaticamente a quelle che potevano essere le possibilità di risveglio.
Fatto sta, che tornando a casa e parlando con mio marito ho detto: ci vorrebbe un miracolo! Che si risvegliasse da solo improvvisamente, ma cosciente, e questo subito.
La mia domanda prepotentemente rimbombava nella mia testa: si sveglierà da solo senza intervenire con la tracheotomia? Mi sono addormentata con questo interrogativo. E desideravo una risposta.
La mattina seguente, io mia madre e mio fratello andammo in ospedale, appena giunti ci è venne incontro il dottore della sera prima anticipandoci la notizia che papà si era risvegliato decentemente. La gioia, la sorpresa, l’euforia dell’inaspettato fu immensa.
Mentre attendevamo l’orario d’entrata continuavo a chiedermi ma sarà un miracolo? Sarà un miracolo? Giunti di fronte al dottore con il sorriso sulle labbra e desiderosi di avere qualche dettaglio in più, lui ci ha accolto così: ” Papà è sveglio e con mia meraviglia! L’ho accompagnato io ieri sera a fare la tac e non sto a raccontarvi quali erano le condizioni, ho atteso il referto, l’ho letto e tutto m’aspettavo tranne di ritornare questa mattina alle otto e trovarlo con gli occhi aperti fermo nel suo letto. Come lo vogliamo chiamare??? Un miracolo???!!!!
A questo punto, non vorrei passare per la fatalista di turno e tanto meno snobbare chi non crede alla forza della Preghiera e della Fede. Non mi sento nemmeno di dire che chi prega viene esaudito, sappiamo bene che c’è tanta sofferenza al mondo che figuriamoci se non c’è preghiera da parte degli interessati e vicini, ma sono desiderosa di sapere se in qualche modo il sogno ha avuto attinenza con quanto è accaduto e poi comunque colgo l’occasione per ringraziare il mio Angelo e quello di mio padre, ringrazio tutte le persone che ci sono state vicine con il pensiero e con la preghiera, e ringrazio Dio per tutto ciò.
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