Maria la diavolona così la beata veniva chiamata
La beata Maria Candida dell’Eucaristia veniva chiamata Maria la diavolona, proprio perché era una bambina vivace, un pò irrequieta e piuttosto ambiziosa. Fa perdere qualche volta la pazienza alle insegnanti, e talora, per divertire le compagne, prende in giro qualche suora.
Non è più molto sottomessa alla mamma e alle insegnanti; talora è capace anche di mentire. A volte si mostra incontentabile e piena di pretese.
Di notte, quando non dorme, gioca e si alza, fa i capricci e pretende di divertire le sorelle. La sorella maggiore, annoiata del suo modo di fare, la chiama: «Maria, la diavolona!».
Cominciò ad essere arrogante e ad usare parole sprezzanti con le sorelle, a sentire il desiderio di piacere, di essere ammirata e di vestirsi con eleganza.
Crescendo, sentiva maggiormente il fascino del mondo. Cedette a poco a poco alla vanità, al desiderio di svaghi, al sentimentalismo.
Sentì anche un legame particolare per una giovane inferma; quando tuttavia capì che quell’affetto la dominava eccessivamente e la portava a pensare troppo all’amica, riuscì per una grazia attribuita a S. Antonio, a riacquistare serenità e libertà di spirito.
A 13 anni si ammalò piuttosto gravemente; non voleva tuttavia prendere le medicine assegnatele dal medico; guarì – ella dice – per le preghiere delle religiose del Giusino.
I due anni seguenti furono i più pericolosi della sua vita. Si volse alle cose mondane, alle vanità, alla ricerca degli affetti terreni. L’attrazione delle creature invase il suo cuore, che prima voleva essere solo di Dio.
La madre la seguiva, cercando di mantenerla fedele alla meditazione quotidiana e facendole condividere l’amore per i poveri, per i quali Maria sarebbe stata capace di privarsi anche del necessario.
La stessa condizione sociale della famiglia, la costringeva ad un tenore di vita piuttosto mondano. Nonostante l’indole riservata di Maria, che la faceva rifuggire dai balli, dai teatri e dalle visite alle persone altolocate, ella divenne verso i 15 anni più vanitosa nel vestirsi e nell’acconciarsi i capelli, tanto che una domenica, mentre si trovavano in campagna, si rifiutò di andare a Messa, perché pensava di non avere un abito di suo gradimento. Fu un periodo di crisi di breve durata, in cui la giovane indulse alquanto alla mondanità.
Nei suoi scritti e specialmente nella sua «confessione generale», Maria è spietata nell’insistere sui peccati commessi dai 13 ai 15 anni. Usa parole ed espressioni che fanno proprio pensare a cose gravi. Sembra invece che non si tratti che di frivolezze, di vanità femminili, di curiosità spinte, stuzzicate dai discorsi e dagli esempi delle compagne.
Più tardi, considerando il suo modo di agire alla luce di Dio, si rese conto che tutto questo era deplorevole e se ne addolorò profondamente.
Si legge nei suoi scritti: «Dacché Gesù mi prese per sé, mi pare che con la volontà non l’ho più offeso. Mi pare che dai 15 anni in poi, mai ho commesso deliberatamente colpa veniale». Doveva solo prendere la rincorsa e spiccare un salto più alto verso la pienezza della carità!
Dio cambia il cuore, Dio trasforma un deserto in terra fertile, ma può farlo solo nei cuori che si mettono nelle sue mani, proprio come fece Maria, Maria la diavolona che divenne la beata Maria Candida dell’Eucaristia.
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