Il santo rosario incorona i martiri
Chi può ignorare quanta forza abbia donato a molti martiri il santo Rosario? Ecco un episodio tratto dagli atti del martirio delle undici suore Orsoline di Valenciennes, canonizzate nel maggio 1920. Quando le undici vergini consacrate furono condannate a morte, esse si prepararono al loro supremo atto di amore con la preghiera più intensa, per presentarsi intrepide e liete al patibolo. Condotte dinanzi ai carnefici, vennero spogliate dell’abito religioso e lasciate con una sola veste adosso.
Immaginate quanta umiliazione ebbero queste suore, ma la loro forza fu Gesù e la loro devozione a Maria. Gesù a chi non lo rinnega, dona forza e coraggio. Il martirio è stato sempre per i santi, il loro desiderio. Infatti anche San Francesco desiderava morire martire per dare a Gesù prova del suo grande amore.
Ritornando alle sante suore martirizzate, c’è un particolare da notare: tutte avevano fra le mani la corona del Rosario, e i carnefici volevano strapparla loro ad una ad una, ma esse supplicarono di non privarle di quel caro oggetto. I carnefici non potevano capire a che cosa mai potesse servire il rosario sul patibolo.
Anche il giudice rise, infatti si burlò della loro richiesta tanto da toglierle dalle loro mani e porle sulle loro teste. Così alle povere suore furono legate le mani, e coronate della corona del santo rosario.
Per loro più che una burla, fu un segno meraviglioso di Maria che in anticipo stava coronando di gloria le pie suore, per il loro amore a Gesù e a lei, Regina dei martiri.
Così esultando tra la folla, le sante vergini attraversarono così la città, incordate alle mani, cantando le litanie della Madonna. Sul patibolo, vollero baciare le mani dei carnefici, e la folla commossa vide con quale ansia mostravano di voler essere tutte le prime a morire per Cristo.
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