Il Paradiso esiste non è un’invenzione
Il Paradiso esiste, e questa verità non è solo una verità di fede infallibile, basata sulla Sacra Scrittura ma è testimoniata da tantissime rivelazioni di santi. È bene, anzi necessario, pensare spesso al Paradiso, perché Dio ci ha fatti per esso. Il grande errore che molti cristiani fanno per poter convertire un uomo o una donna lontani da Dio è quello di intimorirli, come ad esempio dire: ” Se non ti converti, se non cambi modo di fare, andrai all’inferno… Se continuerai a bestemmiare Dio ti manderà all’inferno… oppure… La vita è breve, si muore all’improvviso….
Insomma si dicono tante di quelle cose che non fanno altro che allontanare da Dio. L’inferno esiste; vero! La vita è breve e bisogna viverla bene; vero! Ma una persona atea, un uomo lontano da Dio, non va spaventato nè tantomeno convinto. Bisogna invece fare ciò che faceva Gesù; testimoniare amando. Parlando del cielo e dire con un bel sorriso sulle labbra e con la fiamma della accesa nel cuore: “IL PARADISO ESISTE”.
Se pensassimo spesso alle bellezze che ci aspettano dopo questa vita, vivremmo una vita migliore, a fare a gara nell’amarci, nel predigare la buona novella, nell’operare per il bene altrui. Gesù è venuto non per condannarci e spaventarci; ma per salvarci e parlarci del Regno di Dio. Gesù ha guarito, ha dato la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la parola ai muti; non il buio a chi vedeva, il silenzio a chi sentiva, e tanto meno ha tolto la parola a chi parlava. Gesù disse: sono venuto affinché la vostra gioia sia piena…
Dobbiamo diffondere la bella notizia che il Paradiso esiste e dobbiamo tutti conquistarlo!
Quando sappiamo di dover andare in vacanza, cosa facciamo solitamente? Non pensiamo ad altro che al luogo cui dovremo andare, così nel pellegrinaggio di questa vita dobbiamo sempre volgere il pensiero lassù, al fine ultimo della nostra esistenza, alla nostra vera Patria dove non c’è ingiustizia, non c’è dolore, sconforto, tristezza, ma solo amore, gioia e pace.
Il pensiero della beatitudine eterna che ci attende è anche di sprone ad affrontare con coraggio i dolori della vita, da tramutare in fonti di merito per il Paradiso, come fu per san Giovanni Teofano Venard, martire del Tonchino, che così scriveva alla sorella Melania dalla gabbia di ferro dov’era imprigionato: «Secondo ogni probabilità, avrò la testa troncata; ignominia gloriosa di cui sarà premio il Cielo. A questa notizia, cara sorella, tu piangerai, ma di felicità. Vedi il tuo fratello incoronato con l’aureola dei martiri, la palma dei trionfatori fra le sue mani… Ancora un poco e l’anima mia lascerà la terra, io approdo alla Patria, io riporto la vittoria, sto per entrare nel soggiorno degli eletti, sto per vedere le bellezze che l’uomo non ha mai veduto, udire armonie che il suo orecchio non ha mai sentito, godere delle gioie che il cuore umano non ha mai gustato. Benché ancora nell’arena, oso intonare il canto del trionfo, come se già fossi incoronato vincitore».
Che bellissime parole, tutti noi dovremmo prendere esempio ed iniziare a pensare al cielo, perché il Paradiso esiste!
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