Giuanìn testa rotta
Questa storia che leggerete chiamata Giuanìn testa rotta, è un episodio di San Giovanni Bosco che da bambino era davvero un diavoletto. E’ un episodio simpatico ma anche molto significativo, dove ci fa scorgere già dalla sua tenera età come Dio lo stesse chiamando ad una grande missione. Lui era un bambino molto più che normale, amava difertirsi e viveva della ingenuità di tutti i ragazzini del suo tempo, dico suo tempo perché purtroppo oggi, i bambini sono già corrotti dalle tante cose orribili di questo mondo.
Giovannino Bosco (per la mamma e per tutti solo e sempre Giuanìn) fin da bambino andava matto per i divertimenti. Fra tutti però preferiva il gioco della lippa, che consisteva nel ricacciare con un’asta di legno una specie di cilindro, anch’esso di legno, gettato da un compagno.
Accadeva spesso, ahimè! che la lippa, lanciata da un inesperto, lo colpisse in pieno volto o in testa e allora tutto malconcio e sanguinante correva dalla mamma a farsi medicare, ecco perché venne soprannominato, Giuanìn testa rotta.
Mamma Margherita lo rimproverava:
– Perché vai sempre con quei compagni? Non vedi che sono cattivi e ti fanno del male?
– Appunto perché sono cattivi vado con loro. Se ci sono io, stanno più buoni e non dicono parolacce.
– E intanto, vieni a casa con la testa rotta!
– È stata una disgrazia…
– Sta bene… ma non andare più in loro compagnia.
– Mamma!…
– Mi hai inteso?
– Se è per farvi piacere, non ci andrò più; ma pensate che, se mi trovo in mezzo a loro, fanno come voglio io, e si astengono dalle risse e dalle parole cattive.
La mamma era alquanto perplessa, ma, temendo di impedire un bene, dopo un pò di esitazione lo lasciava andare.
Giovannino, presago fin d’allora della sua missione fra i ragazzi, correva, con la testa rotta e fasciata, al gioco interrotto, atteso ed acclamato da tutti per la sua ingenua allegria e per i suoi tratti spiritosi, e gridava ai compagni in tono di scherzo:
– Mi raccomando la testa! … almeno la testa!
Tratto da Fioretti di don Bosco
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