Testimonianza di fra Daniele Natale sul Rosario
Ecco la bellissima testimonianza di fra Daniele Natale, frate minore cappuccino di San Giovanni Rotondo che conobbe da vicino San Pio. Ricordo che attualmente fra Daniele Natale è servo di Dio e la sua causa di beatificazione sta procedendo a gonfie vele.
Padre Pio, generalmente, lasciava la porta della sua stanza socchiusa, perciò si poteva vedere se era a letto o alzato. Una sera mi affaccio e noto che il Padre è ancora seduto al tavolino, con la corona del Rosario tra le mani. Entro e gli dico: «Padre, ancora in piedi?». Risponde: «Eh sì figliolo, devo dire ancora il Rosario». Resto meravigliato e, facendomi coraggio, riprendo: «Possibile Padre che oggi non avete avuto il tempo di recitare il Rosario?». Mi risponde: «Ne ho detti pochi; oggi non sono arrivato a dirne neppure una trentina».
Rimango sbalordito e senza fiato. Per quanto abbia potuto impegnarmi, nella mia vita, non sono mai riuscito a recitarne tanti: al massimo ho recitato cinque o sei Rosari completi. Come faceva Padre Pio a recitarne tanti, per me, è sempre stato un mistero. Padre Pio era talmente innamorato della Madonna e del Santo Rosario che, pur cercando di descrivere quest’amore, non ne sono stato capace; era sempre con la corona in mano e, il più delle volte, la recitava tenendola nascosta nella tasca della “pettorina”. Questo suo amore l’ha comunicato anche a me, facendomi innamorare tanto della Mamma Celeste e del Santo Rosario; quindi cercavo di recitare il maggior numero di Rosari possibile, da solo o con altri.
Io, che ero tanto innamorato della Madonna e del Rosario, quando mi trovavo prostrato fisicamente o spiritualmente, come ho accennato prima, non riuscivo più a dire una corona. Il solo pensiero di recitare le cinquanta Ave Maria non mi dava pace: “Cinquanta Ave Maria… e quando le dico!…”. Se poi mi capitava di iniziarle, entrava in me un senso d’angoscia, che mi tormentava: “…quando finirò di dirle?”; così capitava che non iniziavo mai a dire il Rosario. Eppure ero convinto che la Madonna desiderasse la recita del Rosario!
Sentivo un impulso particolare a recitarlo; ero consapevole di non essere io ad onorare la Madonna, recitando il Rosario, ma che era un dono particolare che Lei faceva a me. Nonostante tutto non c’era niente da fare, anzi dentro di me avevo la sensazione che, questa Mamma, non volesse più la mia recita del Rosario e che mi avesse abbandonato.
Una notte sento una voce: «Figlio mio, da domani dimmi il Rosario». Mi sembrava di rispondere: «Ma come faccio?… Non ci riesco…». E la voce continuava: «Non ti preoccupare… ti aiuterò io… lo diremo insieme… e col Rosario chiedimi qualsiasi grazia e l’otterrai». La mattina, svegliandomi, non sento più nessun dolore, non mi sento più legato al letto. Mi alzo e mi reco in coro, prima che i frati arrivassero per la recita dell’Ufficio delle Lodi. Mi metto in ginocchio e i miei occhi si posano sul quadro della Madonna delle Grazie, non l’avevo mai vista così vicina e così bella. Sembrava che mi guardasse ed i suoi occhi penetrassero nel profondo del mio intimo. Ad un tratto sento il desiderio di recitare il Rosario. Prendo la corona dalla tasca dell’abito: passa il primo, poi il secondo, poi il terzo Rosario; le Ave Maria si susseguono l’una dopo l’altra e producono in me un effetto particolare. Sento qualcosa di dolce sulle mie labbra, una gioia che m’invade tutto e che mi riempie d’amore. Per quanto abbia potuto, in seguito, impegnarmi a pregare, non sono più riuscito a recitare le Ave Maria come quella mattina.
Da allora, però, non mi sono più sentito abbandonato dalla Madonna. Il mio affetto ed il mio amore verso di Lei è andato sempre più aumentando. Ogni volta che sentivo il desiderio di recitare il Rosario e mi accorgevo che le forze mi venivano meno, ecco che la voce della Mamma celeste m’infondeva coraggio: «Figlio mio… dimmi il Rosario… lo diremo assieme… ti aiuterò io…»: e, veramente, la Madonna mi era vicina ed io ne percepivo la presenza.
(fonte: settimanaleppio.it)
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