Come si meditano i misteri del santo rosario in modo concreto
La preghiera del rosario è la preghiera della meditazione per eccellenza. Molti però ancora non sanno come e quando, chiedendo: Come si medita il rosario? Questa domanda è ormai ricorrente. Chiariamo per bene come si medita.
Spieghiamo quindi per bene, come il Rosario si medita, cosa si medita e quando si medita.
Cosa si medita
Si meditano i misteri (episodi importanti della vita di Gesù). Senza tale meditazione il rosario è spento, è come un corpo senza anima. Quindi dobbiamo percorrere la vita di Gesù partendo dalla nostra mente fino a raggiungere il nostro cuore.
Come si medita
Potrebbe per alcuni essere facile, per altri complicato ma non importa, ciò che conta è sforzarci a vivere i misteri della vita di Gesù.
Esempio: nel primo mistero contempliamo l’annuncio dell’Angelo a Maria. In questo caso dobbiamo immaginare la scena dell’Angelo Gabriele che va dalla Madonna per portarle la gioia della venuta di Gesù e che tutto il cielo aspetta il suo consenso, il suo SI. Man mano che iniziamo ad immaginare, entreremo sempre più in quel mistero fino a raggiungere scene stupende e meravigliose che Dio vuole trasmettere alla nostra anima.
Qualcuno direbbe: bisogna dunque fantasticare! No, non è così. Tutto questo si chiama contemplazione perché in base al mistero dobbiamo poi riportare la nostra vita, supplicare in base a ciò che il mistero ci indica. Prendendo sempre come esempio il primo mistero, possiamo chiedere a Maria, mentre scorrono tra le dita quei dieci granellini, la gioia di compiere la volontà di Dio, la gioia di scoprire quanto sia bello rinunziare ai nostri desideri per un’opera più grande. Possiamo pregare per coloro che vivono nell’ateismo e nel peccato e quindi fuori dal volere di Dio, affinché possano scoprire la gioia di amare il Signore. Nel secondo mistero della gioia possiamo chiedere a Maria di andare a visitare gli ammalati, una persona che conosciamo e che sta vivendo un periodo triste; insomma, dobbiamo contemplare e vivere il mistero. Portare la vita di Gesù nella nostra quotidianità.
Alla fine del rosario, ci sentiremo riempiti e non più vuoti di prima, sentiremo dentro di noi qualche ispirazione che si rispecchierà sulle nostre decisioni e sulla nostra vita ecc ecc. Bisogna provare per comprendere! Ovviamente, dobbiamo sforzarci perché il demonio è sempre dietro l’angolo pronto a distrarci.
Non è semplice ma è questione di esercizio. La Madonna conosce i nostri limiti e seppur sforzandoci ci distraiamo, non importa, sforziamoci e andiamo avanti. Recitiamolo con amore e desiderio: io dico sempre:
Ricordiamoci sempre: ciò che conta è la volontà e l’amore con cui lo recitiamo. Detto ciò passiamo all’aspetto ultimo per completare il discorso e dare risposta a come si medita il rosario.
Quando si medita
Molti commettono l’errore di meditare il rosario prima del padre nostro. No, la meditazione dei misteri non si fa prima della recita del Padre nostro e delle Ave Maria, ma durante tale recita.
Giovanni Paolo II ci dice: “Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di Colei che al Signore fu più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze” (Rosarium Virginis Mariae, 12).
QUINDI: Durante la recita della decina vanno fatte tre cose:
- Recitando il Padre nostro, si ricostruisce la scena menzionata nel mistero, pensando all’ambiente che il mistero ci presenta. Dobbiamo cercare di immaginarla come se a raccontarlo fosse la Madonna.
- Fatto ciò, durante la decina del mistero, fare ciò che ho detto prima.
- Alla fine della recita del mistero, con il Gloria, rendiamo grazie al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, per il dono che attraverso quel mistero ci è stato dato, e offriamo il nostro ringraziamento attraverso le mani di Maria.
Quin il Rosario, assumerà tre dimensioni: CONTEMPLAZIONE – PREGHIERA – RINGRAZIAMENTO.
Il compimento di queste tre cose costituisce forma un Rosario recitato bene secondo i desideri della Vergine Maria.
Si può dire anche che si è recitato materialmente il Santo Rosario.
Giovanni Paolo II ha ricordato che “il Rosario, proprio a partire dall’esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato, come sottolineava Paolo VI: «Senza contemplazione, il Rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule e di contraddire all’ammonimento di Gesù: “Quando pregate, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole” (Mt 6, 7)” (Rosarium Virginis Mariae, 12).
Ogni giorno sforziamoci a tenere a mente queste piccole cose per onorare Maria, per glorificare Gesù.
Esercitiamoci e Maria ci riempirà di grazie, Lei che ne è piena, non verrà meno alle sue 15 promesse date riguardo a coloro che reciteranno il rosario ogni giorno.
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