Era solo una bambina di dieci anni
C’è un episodio davvero meraviglioso che non tutti conoscono e che non può rimanere nascosto, compiuto da una fanciulla. Si tratta infatti di una bambina di dieci anni che tra le tante sue idee per poter fare la carità, ebbe quella di raccogliere soldi per i poveri nel modo che usano loro stessi; cioè mendicando!
In pratica questa bambina di dieci anni, si vestì da mendicante e andò girando per la campagna, da una casa all’altra, recitando preghiere e chiedendo l’elemosina. Ritornò sul tardi a casa sua alquanto abbattuta poiché, pregando e mendicando, era riuscita a racimolare davvero ben poco.
La bambina mendicante: la dura vita della povertà
Quanto doveva essere dura la vita per un mendicante! Quanto doveva sopportare e soffrire per poter raccogliere qualche cosa per poter sopravvivere. Era ciò che pensava dopo una giornata davvero pesante e se vogliamo anche triste.
Ma chi era questa bambina? Di certo non una qualunque, poiché a dieci anni, una bambina definita normale pensa a tutt’altro che mendicare per i poveri. Mostrano solo interessi propri. Difficile che una bimba di quell’età, si prenda quindi la briga di travestirsi da povera mendicante e girare l’intera giornata a chiedere l’elemosina, umiliandosi per chi nemmeno conosce.
La bambina di cui stiamo parlando invece la vedeva e la pensava diversamente! La bambina in questione era Elena Kowalsks, forse questo nome non vi dice niente, perché pochi la conoscono così, infatti tutto il mondo la conosce con il nome di suor Faustina Kowalska, l’apostola della divina Misericordia, sin da ragazzina era di una bontà davvero straordinaria.
La carità di Suor Faustina: dalla lotteria per i poveri alla bottega solidale.
Nelle vesti stesse del Cristo sofferente aveva imparato cosa significasse non rifiutare aiuto a chi ne avesse avuto bisogno e decisamente anche per questo motivo, come ci racconta il fratello Stanish la videro tutta impegnata nell’allestire una lotteria per i poveri coi pochi oggetti che riuscì a raccogliere tra le famiglie dei suoi vicini.
Suor Faustina sin da piccola ha mostrato segni di predilezione e amore. Un’altra volta creò una specie di botteguccia per poter vendere oggetti e giochi da lei confezionati, a beneficio sempre dei più poveri, di bambini che non avevano giocattoli, di persone che mancava lo stretto necessario.
Un giorno trascorso da mendicante le aveva aperto ancor più gli occhi su cosa si potesse mai provare nell’indigenza e soprattutto, nel sentire il rifiuto degli altri, e da allora si impegnò a far sì che ciò, almeno nel suo piccolo non accadesse alla sua presenza.
Cambiare il possibile in meraviglioso: l’impegno per i più deboli
E noi? Cosa facciamo per i più deboli? Cosa facciamo per chi è povero? Per chi è solo? Dio non ci chiede l’impossibile, ma di trasformare il possibile in qualcosa di meraviglioso per gli altri. Distogliamo ogni tanto lo sguardo da noi stessi e rivolgiamolo verso quell’orizzonte di cui mai avremmo pensato di guardare. Potremmo scoprire un panorama bellissimo, fatto di sguardi che non conosciamo, fatto di mani che non abbiamo mai strette, fatto di sorrisi che senza proferir parola, sanno dire grazie.
Chiudiamo la finestra dei nostri bisogni e desideri, e spalanchiamo quella che non ci mostra un cielo azzurro, un prato fiorito e una montagna verde; ma solo un cielo grigio che tinteggia allo stesso modo, il mare, la spiaggia e le case. Sta a noi colorare la vita di chi è vissuto sempre in un paesaggio senza sole.
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