L’eccellenza della preghiera
Ecco un insegnamento di Dio Padre a santa Caterina da Siena: Quando l’anima è entrata nel cammino della perfezione, passando per la dottrina di Gesù crocifisso, con vero amore della virtù ed odio del vizio, quando con perfetta perseveranza è giunta alla casa del conoscimento di sè, ella vi si rinchiude in vigilia e continua orazione, si separa al tutto dalla conversazione del secolo. Perchè si rinchiude? Per timore, conoscendo la sua imperfezione, e per desiderio che ha di giungere all’amore schietto e liberale. E’ perchè vede bene e conosce che per altro modo non vi può giungere, perciò aspetta, con viva fede, la mia venuta, per accrescimento di grazia in sè. In che si conosce la fede viva? Nella perseveranza della virtù, non volgendo il capo indietro, né levandosi dall’orazione santa, per veruna cosa che sia. Salvochè per obbedienza o per carità non si deva abbandonare la preghiera (Dialogo, c. LC). Domandami ciò che vuoi, diceva nostro Signore alla Madre Clément, purchè mi ami, l’otterrai (Parte II, c. vII).
Dio è felice di vederci accostare a lui colla preghiera.
Mentre che un tale recitava il Pater, santa Brigida udì come alla sua preghiera rispose lo Spirito divino: Amico mio, ti rispondo in primo luogo da parte della Divinità: tu avrai l’eredità col tuo Padre celeste; in secondo luogo da parte dell’Umanità del Verbo: tu sarai il mio tempio; terzo, da parte dello Spirito Santo: tu non avrai tentazioni oltre ciò che puoi portare; il Padre ti difenderà, l’Uomo Dio t’assisterà, lo Spirito Santo t’infiammerà. Come la madre, quando ode la voce del suo figlio, gli va incontro con gioia, come un padre elle ha un figlio che lavora, gli va incontro e porta con lui il carico, così io vado incontro ai miei amici, rendo loro facili tutte le cose difficili e le faccio loro portare con gioia (lib. IV, c. exVII).
Gesù s’associa alle nostre preghiere.
S. Matilde avendo salutato il suo Diletto, ricevette questa risposta: « Quando mi saluti, io saluto te a mia volta, quando mi lodi io lodo me stesso in te e quando tu rendi grazie anch’io in te e per mezzo tuo, rendo grazie al Padre mio (Parte III, c. Il).
Signore supplisce a ciò che manca alle nostre preghiere.
Durante la Messa In excelso throno, Matilde vide il Signore Gesù sotto la forma d’un bellissimo fanciullo dell’età di dodici anni, seduto sull’altare come un re sul suo trono e che diceva: « Eccomi, con tutta la mia virtù divina, per guarire tutte le vostre ferite ». – Oh! S’egli volesse offrir per te una lode piena e intera a Dio Padre, diceva a se stessa la Santa, io sarei molto più contenta. E il Signore a lei: « Che cosa è dunque il desiderio della lode di Dio, se non un certo dolore dell’anima che s’affligge di non poter mai lodare Iddio quanto ella vorrebbe? Similmente i desideri, la divozione e tutta la buona volontà che ha un’anima di far il bene sono per lei come ferito e, quando vengo a supplire io stesso, la guarisco da tutte le sue ferite » (Parte I, c. ix).
Il miglior uso che si possa fare delle membra e del cuore.
Nostro Signore disse a S. Matilde: « Figlia mia, il bene più grande e più utile per il quale l’uomo possa usare la sua bocca, è la lode di Dio e la conversazione con Dio nella preghiera. L’opera più lodevole per gli occhi è versar lacrime d’amore e fare una costante lettura della Scrittura Santa. Per gli orecchi è ascoltare con piacere la parola di Dio ed ogni parola di comando o di consiglio che ci venga rivolta. Per le mani è sollevarle in una preghiera pura e scrivere. Ciò che v’ha di meglio per il cuore è amare ardentemente, desiderare Iddio con tutta l’anima e meditare su di lui con dolcezza. Per tutto il corpo, le genuflessioni, le prostrazioni, gli atti di carità verso il prossimo saranno di grande utilità » (Parte III, c. XLVIII).
Le quattro specie di preghiere che abbelliscono la celeste Gerusalemme.
Matilde, udendo il responsorio «Vidi la santa città di Gerusalemme ornata e composta delle preghiere dei Santi», si domandava come una città poteva esser composta di preghiere. « Questa città è ornata, disse il Signore, come d’oro e di gemme di quattro specie di preghiere. La prima è quella onde gli eletti chiedono con cuor contrito ed umiliato il perdono delle loro colpe.
La seconda ha luogo quando gli uomini si rifugiano presso Dio nella tribolazione, e implorano il suo soccorso. La terza è quando, in un sentimento di carità fraterna, s’intercede per la necessità e per la miseria d’un altro. Siffatta, preghiera è graditissima a Dio, e la celeste ne è sommamente abbellita. La quarta è la preghiera che, per un puro amore di Dio, si fa per la Chiesa in generale e per ciascuno, come per se stesso. Questa preghiera orna la celeste Gerusalemme conte il sole nascente adorna il firmamento! (III, cap. XLVII).
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