E’ entrato nel cuore e non è più uscito
Dio a volte irrompe nella nostra vita come una tempesta, stravolgendo ogni cosa, buttando a terra ogni nostra sicurezza; l’unica cosa che lascia in piedi, siamo noi! Noi, perché Dio lascia intatta la nostra libertà, ma se lo lasciamo entrare nel cuore; siamo ben certi, che da lì non esce più se non lo cacciamo noi con i nostri peccati. Dio con l’uomo vuole restarci, ed a tal proposito voglio riportare una testimonianza di un ebreo:
Quest’uomo ebreo, era tanto innamorato, ma non di una persona, ma del PIACERE in sè stesso. Tutto ciò che dava godimento, non se lo lasciava scappare. Appagò ogni suo capriccio, amava anche molto viaggiare, visitando tanti luoghi del mondo. Tutto questo se lo potè permettere grazie alla sua intelligenza, che gli lo rese uno scrittore famoso, peccato però che i suoi libri erano tanto immorali e scandalosi.
Tra tutti questi piaceri appagati, in tutti i viaggi svolti, in tutta la gloria che riceveva; una cosa non trovò mai: La felicità. Aveva un concetto sbagliato della gioia, della pace. Ma Dio dal cielo, lo guardava con occhio di compassione e voleva attirarlo a sè, proprio come disse Gesù dall’alto della croce: ” ATTIRERO’ TUTTI A ME”. Questo ebreo era ostinato, troppo ostinato, così come il pescatore raccoglie pesci con l’amo, così Dio conquista gli uomini con il dolore e il soffrire.
Infatti, un giorno mentre si trovava in Cina, avvertì i sintomi del cancro. Andò a Roma per curarsi nella primaria clinica, la « Sanatrix ». Questo ricco di soldi ma povero di spirito, divenne man mano gravemente infermo, un vero e proprio caso pietoso! Il Gesuita Padre Cappello, molto rinomato per la sua virtù e per la sua scienza, notò quest’uomo e così cercò di avvicinarsi a lui. Riuscì a convertirlo ed a fargli ritrattare i libri immorali già pubblicati. In poche parole a sessantadue anni quell’ebreo ricevette il Battesimo e la Prima Comunione.
La malattia faceva il suo corso e l’infermo giunse agli estremi. Un giorno sembrava entrato nello stato comatoso; stava sul letto quasi immobile e gli occhi socchiusi. Nel frattempo entrò nella camera Padre Cappello, desideroso di assistere al trapasso della sua preda spirituale. Una Suora, che stava al capezzale, dubitando che l’infermo avesse ancora la conoscenza, gli diede a parlare dicendo:
– Professore, ha visto chi è entrato?
Lo scrittore sbalordì la suora perché comprese che non era ancora in stato comatoso, infatti rispose:
– Sì; è entrato chi mi ha aperto la porta della felicità!
Questo ebreo era Curzio Malaparte e le sue ultime parole furono: “Sono una prova che se nella vita c’è felicità, questa è riservata solo a chi vive con Gesù”.
Gesù entrato nel cuore non esce più, ci mostra la vera bellezza, la vera felicità, la vera pace. Impariamo a conoscerlo e se non sappiamo come fare: Chiediamolo a Lui direttamente di mostrarsi nella nostra vita. Non mancherà!
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