Come dialogare con Dio Padre e farsi sentire
Alcuni mi domandano: Come dialogare con Dio Padre? Cosa dire? Cosa fare? A voce bassa? A voce alta? O non parlare affatto? Come dialogare con Dio Padre se sono circondato da rumori, da frastuoni più che altro che mi distraggono in continuazione? Ma piuttosto, cosa vuol dire dialogare con Dio?
Innanzitutto, quando mi si chiede su come dialogare con Dio Padre, porto a riflettere sull’ultima parola; “PADRE”. Bene, e per parlare con un padre, bisogna crearsi tutte queste fissazioni e domande strane? No! Perché il papà lo si ama, quindi parliamo a lui con semplicità, senza crearci complicazioni. Parliamo a nostro padre con tutti i sentimenti che abbiamo dentro; paure, desideri, affetti.… parliamo a nostra padre dei nostri progetti, dei nostri desideri, ma anche delle nostre sconfitte. E dove solitamente gli parliamo? Lo facciamo in casa, che è il luogo caldo dove sprigiona il calore familiare, il profumo del pane che tante volte si scalda nel forno. E Dio cosa è? E’ Padre! E allora dove gli parliamo? Nel CUORE; luogo in cui il nostro Eterno Dio abita. E le nostre parole sono i battiti che rimbombano, secondo dopo secondo nel petto. Non dobbiamo alzare la voce, non dobbiamo parlare a bassa voce, non dobbiamo trovare le parole; i battiti parlano del linguaggio dell’amore; perché Lui CONOSCE OGNI COSA.
Basta chiudere gli occhi, porre le mani sul cuore e i nostri battiti parleranno a Dio Padre nostro. Lui sa quando abbiamo paura, quando siamo in ansia…. il battito si fa più veloce!
Lui sa quando proviamo amore, innamoramento, agitazione….i battiti sono incostanti, più lenti, più veloci….
Lui sa quando siamo sfatti e tristi, quando siamo sopraffatti dal dolore.. i battiti diventano lenti e insicuri.
Lui sa quando siamo dubbiosi, incerti, perché i nostri battiti diventano tremendamente costanti, senza sussulti.
LUI SA, PERCHE’ E’ DIO ma la bella notizia è che Lui è anche NOSTRO PADRE.
Ma ciò che colora, che rende il sapore e l’odore dell’ambiente familiare è quello che il cuore porta alla mente; tra gli innamorati circola una frase: Mi pensi? E quando mi pensi? Lo stesso vale per Dio. Dobbiamo pensarlo, per portarlo nella stanza del cuore…. Dio CONOSCE OGNI PENSIERO ANCOR PRIMA CHE DIVENTI TALE. Questo mio parlare lo so, sembra strano perché tutto sembra anziché un dialogare con Dio. Ma solo perché pensiamo, agiamo da uomini, e vogliamo per forza che Dio, pensi, agisca da uomo e non da Dio. E per noi dialogare vuol dire parlare. Ma i battiti sono le parole, il cuore la stanza, e il pensiero è quel richiamo che lo porta dentro di noi; i monaci definiscono tutto questo con la parola contemplazione.
Allora se qualcuno chiede come si dialoga con Dio Padre, risponderemo: Con la MENTE E IL CUORE. Con la mente lo contempliamo, con il cuore lo amiamo. E quando la mente e il cuore si uniscono, noi impariamo a dialogare con Lui, a pregarlo, a lodarlo…. Se manca il cuore ricordatevelo; manca quella stanza dove con il nostro papà parliamo. Se la nostra mente è lontana dai pensieri di Dio; noi siamo presenti ma non parliamo con lui, siamo assenti pur stando alla sua presenza. OGNI COSA DI NOI DEVE PARLARE DI DIO E CON DIO.
Ricordiamoci che non sono le parole a dialogare, ma le azioni, perché se Dio c’è, noi compiamo ciò che lui desidera. Se compiamo la sua volontà, noi stiamo dialogando con Dio e Dio è in noi e noi in Dio. Gesù si ritirava su una montagna e tutta la notte era in dialogo con suo Padre; Secondo voi Gesù parlava per tutta la notte? Lui che aveva detto:
Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno
MT 5, 17-37
Dialoghiamo quindi con Dio; facciamolo vivere dentro di noi, iniziando ad aprirgli la porta del cuore.
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