Chiedere nel nome di Gesù
Tutti i santi avevano compreso che per ottenere grazie fisiche e soprattutto spirituali, bisognava chiedere nel nome di Gesù (io aggiungerei, attraverso le labbra di Maria). Il nome di Gesù è nome potente e divino. In questo articolo, vediamo come anche San Bernardino, esaltasse il nome di Gesù invitando il popolo a chiedere nel suo nome.
Chiedere nel nome di Gesù con fede
Come san Bernardo è stato uno dei primi e più sublimi cantori del nome di Gesù e della Beatissima Madre, così san Bernardino, alla sua scuola, volle essere il fervidissimo apostolo del santissimo nome di Gesù, e il soave cantore della “gloriosa Vergine Maria”, perché comprese che chiedere nel nome di Gesù, significava riempirsi di grazie divine.
Ecco perché San Bernardino incoraggiava le persone a rivolgersi a Gesù Cristo con fiducia e a chiedere nel suo nome.
L’insegnamento di San Bernardino era radicato nella grande devozione al nome di Gesù Cristo, mediatore tra Dio e gli uomini. Secondo questa prospettiva, chiedere nel nome di Gesù significa pregare fiducia e la consapevolezza di ottenere ogni cosa. Infatti, il Signore stesso disse: “Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà“. (Gv 16:23).
San Bernardino era consapevole che chiedere nel nome di Gesù richiedesse una sincera fede e un cuore umile, perché non è certamente una formula magica, ma spinti dalla fede, si ottiene tutto. Gesù stesso prima di operare un miracolo chiedeva se credevano in Lui. Il nome di Gesù ha aperto la via alla salvezza e alla grazia divina.
San Bernardino e il potere del nome di Gesù
È importante notare che l’idea di chiedere nel nome di Gesù è presente anche in altre tradizioni cristiane e può variare leggermente nell’interpretazione e nell’importanza attribuita ad essa. Tuttavia, nel contesto della predicazione di San Bernardino, chiedere nel nome di Gesù rappresentava una forma di preghiera e sottomissione a Dio.
San Bernardino è celebre soprattutto per il suo appassionato amore al nome di Gesù, che cercò di trasfondere in tutti i cuori. Egli voleva che Gesù occupasse il suo posto, ossia il centro del creato, il centro di ogni creatura, il centro di ogni cuore: è la regalità universale, secondo la stupenda visione della teologia francescana.
Fondandosi su san Paolo, san Bernardino trovò che il nome stesso “Gesù” esprime tutta la sua realtà divina e regale, onnipossente e universale: «Nel nome di Gesù si inginocchi ogni creatura celeste, terrestre e infernale» (Fil 2,10). San Pietro stupendamente aveva affermato:
La tavoletta di San Bernardino
Pratico e geniale come sempre, san Bernardino pensò anche ad un mezzo concreto con cui far amare e far presente il nome di Gesù fra gli uomini. Fece preparare perciò una tavoletta, su cui disegnò lui stesso un sole raggiante ed al centro di questo sole, su fondo azzurro, scrisse le tre lettere dorate: JHS (Jesus hominum Salvator: Gesù Salvatore degli uomini).
Il significato appariva evidente: il nome di Gesù è un sole raggiante che illumina e riscalda, fe- conda e fa vivere: è nome di salvezza dell’umanità.
Alla fine della vita questa passione per il nome di Gesù farà dire a san Bernardino agonizzante le sublimi parole: “Signore, ho manifestato il tuo nome alle genti, perché tutti ti conoscano e ti amino“.
In conclusione: Quando chiediamo qualcosa a Dio, è importante dire “nel nome di Gesù” e avere molta fede, che vuol dire credere veramente che Dio ci verrà in aiuto. Se abbiamo molta fede e chiediamo nel nome di Gesù, Dio ci darà tutto quello che chiediamo. Lo ha detto il Signore stesso. Non ci resta quindi altro fa fare, che chiedere, e chiedere con tutta la fede che abbiamo nel cuore!
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