Avere fede significa credere che Gesù può tutto
Avere fede significa credere che Gesù può tutto. Quante volte invece quando siamo nel bisogno dubitiamo del Signore? Chiediamo ma nello stesso tempo in cui supplichiamo, stiamo dubitando, dicendo: “Chissà se mi farà la grazia”. Non è ciò che il Signore chiede. E’ bellissima la frase di don Luigi Maria Epicoco che ci fa comprendere pienamente in poche parole cosa vuol dire credere, avere fede.
Si è davvero credenti quando la fiducia in Gesù è più grande di tutto – Don Luigi Maria Epicoco
Ognuno di noi, forse a causa della propria incredulità, o a causa dei propri peccati, magari non ha le carte in regola per poter chiedere qualcosa a Gesù. Ma si è davvero credenti quando la fiducia in Lui è più grande dei dubbi e della mancanza di meriti.
Avere fede vuol dire gettarsi ai suoi piedi
C’è una parte del Vangelo, (Mc 7,24-30) dove racconta che una donna aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, e con piena fiducia in Gesù si gettò ai suoi piedi per chiedere il suo intervento. Così iniziò a supplicarlo, a pregarlo, di scacciare il demonio dalla figlia, la donna era greca, di origine siro-fenicia, con questo voglio dire che non aveva nessuna infarinatura in campo di fede, eppure non solo supplicava a parole e con le lacrime ma comprese che Gesù poteva tutto perché Figlio di Dio: si prostrò dinanzi a Lui.
E Gesù cosa rispose? Come reagì dinanzi a quel forte fede? Egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Beh questa frase avrebbe sfiduciato chiunque, e il cristiano di oggi, si sarebbe arreso. Ma avere fede anche questo significa: continuare a credere dinanzi all’impossibile, avere fede anche e direi, soprattutto dinanzi a qualsiasi impedimento e ostacolo, e questa donna greca ne aveva da vendere di fede, reagendo alla provocazione di Gesù con queste parole: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli».
Come vediamo, Gesù mette alla prova chi chiede il suo intervento, perché vuole aumentare i meriti, la gioia della grazia. E alla fine Gesù le disse: «Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Avere fede significa non arrendersi
Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non potè restare nascosto.
È consolante sapere che anche Gesù sentiva il bisogno di respirare dal “fare” del suo ministero. Sappiamo anche, però, che ogni suo tentativo in tal senso è quasi sempre fallito. La gente trova sempre il modo di trovarlo.
Ed è proprio così la vicenda di questa donna greca di origine siro-fenicia, cioè di una donna straniera, estranea alla tradizione di Israele di cui si parla nel Vangelo di oggi.
L’atteggiamento di chi ha fede
Se inizialmente sembra che Gesù opponga a questa donna un netto rifiuto di aiutarla (quante volte anche noi abbiamo la sensazione che Dio ci chiuda la porta!), ella mostra la postura più bella da avere quando si ha a che fare con Gesù: non andare via, mai, ma rimane prostrata ai suoi piedi!
Per questo insiste, incassa anche le parole poco cordiali che le vengono rivolte e non demorde dalla sua richiesta. Questa donna rappresenta tutto quello che ci accade dentro quando ci sta a cuore qualcosa e la consegniamo al Signore.
Ognuno di noi, forse a causa della propria incredulità, o a causa dei propri peccati, magari non ha le carte a posto per poter chiedere qualcosa a Gesù. Ma si è davvero credenti quando la fiducia in Lui è più grande dei nostri dubbi e della mancanza di meriti.
Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola va’, il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Avere fede significa avere grazie da Dio
Avere fede quindi significa credere fino in fondo, aldilà delle nostre stesse forze, perché l’incredulità non porta grazie. Non dobbiamo reagire in modo pessimistico, perché sarebbe come arrendersi, non credere che Gesù possa darci ciò che vogliamo. Attenzione però a non commettere un altro errore: “Credere di sapere cosa sia meglio per noi”. Dobbiamo chiedere a Gesù ma poi con fiducia dobbiamo metterci e abbandonarci al suo volere perché Dio sà cosa è buono per noi.
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